Giuseppe Antonio Borgese
Polizzi Generosa 12 novembre 1882 - Fiesole 4 dicembre 1952

Eclettico docente universitario, critico letterario, giornalista e romanziere del primo Novecento, noto per il suo impegno antifascista, ha lasciato un'impronta significativa sia in Italia che negli Stati Uniti.

 

  • Infanzia e carriera accademica

Giuseppe Antonio Borgese nasce a Polizzi Generosa (PA) il 12 novembre 1882.
Autore eclettico e versatile, è stato una delle personalità culturali più autorevoli e ascoltate del primo Novecento italiano.
La sua carriera accademica è straordinaria: nel 1909, a soli 27 anni, diventa il più giovane professore di ruolo del Regno.
Insegna Letteratura tedesca a Roma dal 1917 e, nel 1924, ottiene la prima cattedra di Estetica in Italia, a Milano.
Dal 1931, si trasferisce negli Stati Uniti dove insegna in prestigiose università come Berkeley, Columbia University, Smith College e Chicago.

  • Critico letterario

Come critico letterario, G.A.B. si fa notare da illustri figure come D’Annunzio e Croce.
Pubblica numerosi saggi critici che lo consacrano al grande pubblico, tra cui "Storia della critica romantica in Italia" (1905), "La nuova Germania" (1909), "Gabriele D’Annunzio" (1909), "La vita e il libro" (1910, 1911, 1913), "Mefistofele" (1911) e "Studi di letterature moderne" (1915).
È lui a definire e attribuire il termine crepuscolarismo alla corrente letteraria del primo Novecento, dando visibilità a giovani autori come Tozzi, Gozzano, Moretti, Piovene, Soldati, Saba, Alvaro, Palazzeschi e Moravia.

  • Giornalismo

G.A.B. è anche un giornalista di fama, collaborando con testate come Il Mattino di Napoli, La Stampa e il Corriere della Sera di Milano, dove diventa editorialista della pagina culturale e redattore di politica estera.
Durante la Prima Guerra Mondiale, scrive libri come "Italia e Germania e Guerra di redenzione" (1915), "La guerra delle idee" (1916) e "L’Italia e la nuova alleanza" (1917).

  • Impegno politico

Il suo impegno politico lo porta a dirigere l’Ufficio Informazione e Stampa di Palazzo Chigi sotto il governo di Vittorio Emanuele Orlando.
Qui matura l’idea federalista, proponendo un Patto con i Paesi balcanici in chiave europea e organizzando il Congresso delle nazionalità oppresse dall’Austria-Ungheria, noto come Patto di Roma, che si tiene a Roma l’8 aprile 1918.

  • Romanziere

Agli inizi degli anni ’20, G.A.B. abbandona la critica per dedicarsi alla narrativa.
Tra il 1921 e il 1931, in un decennio prolifico, pubblica opere come "Rubè" (1921), "I vivi e i morti" (1923), "Poesie" (1922), i drammi "L’Arciduca" (1924) e "Lazzaro" (1925), e diversi libri di novelle e saggi critici.
La sua narrativa, chiara, dura e tagliente, riflette una voce critica del suo tempo.

  • Esilio e antifascismo

Con l’avvento del fascismo, G.A.B. subisce pressioni e persecuzioni.
Le sue lezioni universitarie vengono spesso disturbate dai GUF (Giovani Universitari Fascisti) e, nel 1931, emigra negli Stati Uniti per tenere un ciclo di lezioni, rimanendo lì per 18 anni.
Rifiuta di prestare giuramento di fedeltà al regime fascista, diventando uno dei pochi accademici a opporsi apertamente.

  • Attività negli Stati Uniti

Negli Stati Uniti, la sua fama politica si consolida con la pubblicazione di "Goliath: the march of fascism" (1937), un’opera fondamentale sul fascismo che contribuisce a minare la popolarità di Mussolini all’estero.
Nel 1938, fonda la "Mazzini Society" a New York insieme a Gaetano Salvemini e altri antifascisti, promuovendo ideali democratici e fornendo supporto agli esuli italiani.

  • Progetto federalista

Negli anni successivi, G.A.B. diventa uno dei principali sostenitori di un nuovo ordine mondiale federalista, impegnandosi in numerosi progetti internazionali.
Promuove il manifesto "The City of Man" (1940), un’indagine sulle condizioni per una pace mondiale duratura e una dichiarazione di principi per un governo mondiale post-bellico.

  • Ritorno in Italia e ultimi anni

Rientrato in Italia nel 1946, torna alla cattedra di Estetica a Milano e riprende la collaborazione con il Corriere della Sera.
Nel 1952, riceve il "Premio Marzotto" per la sezione "Storia letteraria e critica".
Muore improvvisamente a Fiesole il 4 dicembre 1952.
Il Senato della Repubblica e l’Assemblea Regionale Siciliana ne ricordano l’opera e la persona.
Nel 2022, su proposta del Comune di Polizzi Generosa, viene emesso un francobollo commemorativo nel 140° anniversario della sua nascita.

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