«Sognai di tornare al mio paese nativo, il quale non è punto sul margine dell’alta Lombardia, ma nel cuore di un’isola lontana, aggrappato a un’alta roccia, e non ha un nome così svelto e breve, ma difficile a ritenersi da chi non vi sia nato o stato, e fa sorridere chi l’ode per la prima volta.» G. A. Borgese, La città sconosciuta, Mondadori, Milano, 1929, pag.11
Prima tappa: Piazza Matteotti / Via Giovanni Borgese
La vostra passeggiata inizia nella suggestiva Piazza Matteotti, da cui si gode di un panorama incantevole: la vallata sottostante, le maestose montagne circostanti e una vista che sembra non avere fine. Da qui, ammirate la Chiesa del Carmine, nota per la festa del Crocifisso, e le fertili coltivazioni locali, tra cui il celebre fagiolo Badda. A fare da sfondo a questo scenario, si staglia la formazione rocciosa della Padella, avvolta da leggende, e le imponenti cime delle Madonie. Dopo aver assaporato questo spettacolo naturale, salite lungo Viale Europa, entrando nella zona medievale del borgo.
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«Il punto culminante non oltrepasserà i mille metri, ma in compenso i forestieri e gli italiani stessi conosceranno la più florida oasi della Sicilia interiore; contrade di nomi pittoreschi e soavi come Dirupo Bianco, Chiaretta, Santa Venera, felici d’acque e d’ombre, deliziose d’una cultura multiforme in cui la severità della montagna imminente è mitigata dal vento marino che s’incanala lungo la greca valle dell’Imera e il fico d’India fa siepe al bosco d’Avellani, l’olivo si torce fra il castagno e l’arancio, l’agave africano non disdegna la compagnia della nordica quercia. Sarà una buona occasione per imparare che anche in Sicilia ci sono zone di agricoltura razionale o quasi, nelle quali vige la mezzadria toscana e magari il fitto olandese.»
G.A. Borgese, Il grande circuito della targa Florio, articolo apparso sul giornale L’Ora nel novembre 1905 in occasione della prima edizione della Targa Florio che si sarebbe svolta nella primavera del 1906, ora in Gandolfo Librizzi, Il viaggio di un cosmopolita. Il percorso umano e culturale di Borgese attraverso le lettere ai familiari, Palermo University Press, 2022, p. 55
Seconda tappa: Via Carlo V- Piazza Medici
State percorrendo la "Magna Via Francigena", un’antica via medievale che fu crocevia per mercanti, viaggiatori e pellegrini e su cui transitò Carlo V. Lungo il percorso incontrerete due tra le chiese più belle di Polizzi: la Badia Vecchia, con i suoi ornamenti dorati e la splendida grata neoclassica decorata da motivi floreali, considerata una delle più raffinate di Sicilia, e la Badia Nuova, che custodisce opere d’arte straordinarie come la più grande pala d'altare di Sicilia e la Madonna del Venerdì Santo. Entrambi questi gioielli sono immersi nel fascino dei quartieri Normanno ed Ebraico, in un'atmosfera sospesa nel tempo.
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«"Questo paese,” gli dicevo soffermandomi, “ha un nome difficile e strano, quasi quanto il mio, e forse deve a questo tratto peculiare del suo destino la sua poco notorietà. Ma Carlo Quinto lo visitò, e il paesaggio,” cui accennavo così dicendo col moto della mano, “è semplice e grande. Le chiese notevoli sono parecchie, e in una è il più bel trittico fiammingo ch’io abbia mai visto, capitato lì chi sa come. Nel secolo scorso vi nacque il celebre cardinale Rampolla”».
G.A. Borgese, La città sconosciuta, Milano, La nave di Teseo, 2023 [I ed. Milano, Mondadori, 1929], p. 939
Terza tappa: Via Carlo V- Via Castelli - Chiesa Maria SS. Assunta o Chiesa Madre
Superate le due Badie e proseguite verso il cuore religioso di Polizzi: la Chiesa Madre, dove è custodito il tesoro più prezioso del borgo, il magnifico Trittico fiammingo, la cui bellezza è avvolta nel mistero. In questo luogo, tra decorazioni normanne, rinascimentali e neoclassiche, potrete ammirare una straordinaria collezione di opere d'arte, tra cui i preziosi tesori legati a San Gandolfo, patrono di Polizzi, e un ostensorio d'argento del Gagini, così splendido da essere scelto per rappresentare la Sicilia alla Festa dell’Unità d'Italia. Passeggiate attraverso secoli di storia, circondati da sculture, dipinti e reliquie.
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«Ci sono state le messe nelle chiese fatte belle dalle sculture dei Gagini, altri lombardi, o dal celebre trittico fiammingo […]».
G.A. Borgese, Nature morte, Melone e gelato, Corriere della Sera, mercoledì 19 marzo 1952, ora in Gandolfo Librizzi, Il viaggio di un cosmopolita. Il percorso umano e culturale di Borgese attraverso le lettere ai familiari, Palermo University Press, 2022, p. 164
Quarta tappa: via Cardinale Mariano Rampolla – Via Garibaldi – Vicolo Sant’Orsola – Via Vinciguerra – Via San bartolomeo – Piazza Giuseppe Antonio Borgese – Casa Fondazione Borgese
Lasciando alle spalle la parte alta del paese, immergetevi nel cuore storico di Polizzi, circondati da imponenti palazzi nobiliari, chiese barocche, scalinate monumentali e vicoli dal fascino senza tempo. Raggiungerete così, a metà del corso principale e proseguendo lungo il quartiere sottostante di origine araba, la Fondazione Borgese, casa natale dello scrittore che ha tratto ispirazione da questi luoghi per molte delle sue opere. Qui, lasciatevi conquistare da un’esperienza intima e poetica, un viaggio tra le parole e i pensieri di Borgese.
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«Io dunque tornavo laggiù, in una luce che non era né diurna né serale, tra rosea e bigia, e il paese appariva biancastro e muto da una svolta della via, in un orizzonte tutto quanto desolato e rupestre. Qualcuno camminava certamente accanto a me, e io gli facevo da guida».
G.A. Borgese, La città sconosciuta, Milano, La nave di Teseo, 2023 [I ed. Milano, Mondadori, 1929], p. 939
Quinta tappa: Largo Santo Spirito – Via Santi Gagliardotto – Piazza Santissima Trinità
Infine, percorrendo le affascinanti “scalinate parlanti”, giungete alla piazza più ampia e suggestiva delle Alte Madonie. Sedetevi qui e lasciate che lo sguardo si perda nel panorama che si estende fino all’orizzonte, dalle montagne all’entroterra, dalle valli di grano e boschi fino al mare. Questo luogo, spesso celebrato da Borgese, è simbolo della vita sociale di Polizzi e ospita la chiesa di Santa Maria lo Piano, un bene FAI che un tempo era sede del parlamento locale, dato che Polizzi Generosa faceva parte del parlamento siciliano. Qui potrete godere di una vista privilegiata o di uno dei tramonti più incantevoli della Sicilia.
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«[…] finché raggiunge questo borgo annidato sopra una selvaggia roccia di mille metri. Il quale ebbe il suo onorifico epiteto di generosa dalla magnificenza con cui riscattò i suoi privilegi parecchie volte conculcati dalla boria dei re aragonesi, e fu assai importante e popoloso nel Medio Evo come c’insegna perfino il Baedeker, ed ebbe un castello e una moschea e poi fu degno, in una celebre occasione, d’ospitare il Parlamento del Regno…».
G.A. Borgese, Il grande circuito della targa Florio, articolo apparso sul giornale L’Ora nel novembre 1905 in occasione della prima edizione della Targa Florio che si sarebbe svolta nella primavera del 1906, ora in Gandolfo Librizzi, Il viaggio di un cosmopolita. Il percorso umano e culturale di Borgese attraverso le lettere ai familiari, Palermo University Press, 2022, p. 55