Prima tappa: Portella Colla
BORGESE GENIUS LOCI
«Lassù nelle Madonie, che è il nome degli Appennini di Sicilia, dove non sono tornato ancora, il paese dei miei primi anni ha spazio. In tutto il gran scenario, oleandri lungo la valle classica, olivi di greppo in greppo, vette chiare calanti a schiera dagli acropoli del centro al mare, infine il mare d'Imera, tagliato a spicchio, dietro l'ultima quinta, non si vede altra città o villaggio. Polizzi Generosa, drappeggiata nel suo superbo epiteto, torreggia da sola».
G.A. Borgese, Corriere della Sera, 30 luglio 1952, ora in Gandolfo Librizzi, Il viaggio di un cosmopolita. Il percorso umano e culturale di Borgese attraverso le lettere ai familiari, Palermo University Press, 2022, p. 162
Seconda tappa: Piano Battaglia
BORGESE GENIUS LOCI
La strada costeggia la catena delle Madonie, nome classicamente sonoro di montagne belle come gli Appennini abruzzesi, ombroso di faggi, ricovero di falchi, canore d’acque croscianti e di nomi eroici come il piano della Battaglia, che parecchie volte ricorre in memoria dell’ostinata resistenza mussulmana alle armi crociate del conte Ruggero.
G.A. Borgese, Il grande circuito della targa Florio, articolo apparso sul giornale L’Ora nel novembre 1905 in occasione della prima edizione della Targa Florio che si sarebbe svolta nella primavera del 1906, ora in Gandolfo Librizzi, Il viaggio di un cosmopolita. Il percorso umano e culturale di Borgese attraverso le lettere ai familiari, Palermo University Press, 2022, p. 55
Cima di Monte Mufara
Si vede l’Etna e Polizzi.
BORGESE GENIUS LOCI
«Nel piccolo paese di montagna, lassù sulla rupe, in vista del mare, non molto lontano da qui – a me piace dire che io sono palermitano per il mare che ho visto da fanciullo, ma catanese, cioè un po’ figlio anch’io di questa mater artium, di questa che è la capitale artistica del nostro paese, per la montagna su cui sono nato e che ha le sue radici collegate con quella dell’Etna – su quella montagna dove mi è piaciuto qualche volta fantasticare che i soldati di Nicia marciando da Imera verso Siracusa abbiano costruito un castello e lo abbiano chiamato polition, la cittadina: grande onore, dunque essere non soltanto di origine greca in Sicilia ma addirittura di origine ionica – in quella casa di cui ho scritto un ricordo che non mi ha lasciato indifferente mentre lo scrivevo nell’ultimo mio libro narrativo che pubblicherò fra poco […]».
G.A. Borgese, Discorso sulla Sicilia (ai siciliani?), 1931, Fondo Borgese presso Biblioteca Umanistica dell’Università agli Studi di Firenze; ora in G.A. Borgese, Una Sicilia senza Aranci, a cura di Ivan Pupo, Roma, Avagliano editore, 2005, pp. 101-102