Ceramiche polizzane
E' proprio a Polizzi Generosa che è possibile rintracciare il più antico centro di produzione ceramica delle Madonie.
Polizzi – e la vicina Collesano - sono terre di argilla e di creta; e dal 1400 a tutto il XIX secolo le due cittadine si sono osservate a distanza, alternandosi sul podio della lavorazione di maioliche di alto livello. I primi documenti a disposizione parlano già di una crescente arte figulina a Polizzi alla fine del Quattrocento (tra il 1471 e il 1565 si contano una quindicina di ceramista), dove si trovano anche le tracce del più antico centro di produzione ceramica delle Madonie. La peste del 1577 cade come una mannaia sugli artigiani, alcuni scompaiono, altri si trasferiscono a Palermo, altri ancora nella vicina Collesano (giunse tal Giovanni Saldo, indicato come uno dei ceramisti più noti del periodo), anche se le cave d’argilla e le fornaci restano ancora molto attive, e i ceramisti continueranno a lavorare fino alla fine dell’800, sebbene ormai abbiano perso l’importanza di un tempo. Tra gli artigiani di oggi a Polizzi, di certo uno tra i più conosciuti, soprattutto a livello nazionale, è Giovanni D’Angelo, erede di una storica famiglia di ceramisti siciliani, ha miscelato il mestiere di ceramista alla sua passione per il tratto, il segno e il design.
Per secoli sulle Madonie si è prodotta una ceramica di ottima qualità e dai disegni splendidi – l’uso de verde e del bruno erano anche più che un marchio di provenienza che indicava Polizzi -, molto richiesta sulle tavole palermitane di nobili e altoborghesi che magari raggiungevano i poderi in montagna in estate.
E dalla cittadina madonita giungevano nel capoluogo, richiestissimi vasi da farmacia, burnie, piatti, vasellame, vasi e pentole: tutti oggetti di uso comune, ma che acquistavano eleganza e raffinatezza per l’invetriatura (doppia cottura) a cui erano sottoposti.
D’altronde è la stessa cittadina a “denunciare” le botteghe nei nomi delle strade: via Cannatari, largo Fornaci - nel quartiere san Biagio - vicolo del Bicchiere nell’area della Badia Vecchia, raccontano più di ogni altra carta topografica.
Senza dimenticare che Polizzi gode di una collocazione molto favorevole lungo le regie trazzere Palermo-Messina Montagne che mettevano in collegamento i versanti nord e sud dell’Isola.
Ormai producono soprattutto mattoni per chiese, cappelle, pavimenti con decori rinascimentali o motivi geometrici per le abbazie. Le prime ondate di emigrazioni chiudono definitivamente un’era, anche se la produzione resta sempre attiva in alcune botteghe che, di generazione in generazione, trasferiscono tecniche e temi.
Il suo lavoro di decorazione delle ceramiche è cominciato sin da ragazzo, quando imitava i sofisticati disegni delle ceramiche siciliane tradizionali. Fino a trent’anni fa i locali che sono divenuti il suo laboratorio, ospitavano un’antica fornace di mattoni che Giovanni ha convertito in un vero e proprio atelier artistico dove lavorano giovani decoratrici. Oggi le mattonelle D’Angelo sono di effetto sicuro e riconoscibilissime, e accompagnano sgabelli e vasi, quadri e pietre laviche decorate.