Peperone di Polizzi

Detto pipiddu nel dialetto locale, è un peperone di piccole dimensioni, forma conica più o meno regolare e di un intenso colore verde che vira al rosso a maturazione. 
Ma soprattutto e un peperone che cresce all’insù!

È un paese di pietra, arroccato e nascosto, dove si vive lentamente e si assapora l’aria.
Ma è soprattutto il borgo, che oltre al famoso fagiolo badda (che è già presidio Slow Food da un bel po’) e le nocciole, c’ è anche un peperone che … cresce all’insù.

Il pipiddu, piccolo, pare un conetto rovesciato, più o meno regolare, ha la buccia di un bellissimo verde intenso che quando si avvicina alla maturazione diventa di un rosso scuro e intenso.
E, come detto, cresce all’insù: la sua bacca, invece di pendere sotto le foglie, si protende infatti verso l’alto.
La storia locale si perde a chissà quando, ed è legata alla vita nei campi: il pipiddu era il companatico dei raccoglitori stagionali di nocciole, che pare fossero ricompensati con gustosi intermezzi a base di pane di casa condito con olive e pecorino, e pipiddi arrostiti.
Semplice, salutare, e soprattutto assolutamente economico e a chilometro zero.
È lunga e laboriosa la coltivazione, ma ogni orto aveva i suoi pipiddi.
Ciascuna piantina – spesso carica - deve essere aiutata da un tutore, spesso una canna di legno, che la sostenga poiché il peso delle bacche la costringerebbe a piegarsi; la semina avviene in semenzaio ad aprile, segue il trapianto in pieno campo tra fine maggio e giugno, la fioritura inizia a luglio e arriva fino a metà ottobre, i fiori sono bianchi e delicati, arrampicati su un peduncolo robusto rivolto verso l’alto.
La raccolta è scalare e molto lunga: inizia a luglio e dura fino a novembre.

Il pipiddu si mangia facilmente crudo, in insalata, ma il piatto tipico dei contadini lo vuole arrosto sulla brace, condito con olio extravergine di oliva (che da queste parti è limpido, verde e piccantino), basilico e aceto di vino, e mangiato caldo, un boccone di pipiddu e un pezzetto di pecorino.

Il Presidio sta recuperando alcune ricette tradizionali (nelle famiglie il pipiddu veniva usato per la salsa con cui condire la pasta fatta in casa o veniva posto sott’olio per conservarlo per i pranzi invernali) attraverso il coinvolgimento degli anziani del paese.

È stato in anni più recenti - di pari passo con il recupero e rilancio dei prodotti a km0, la riscoperta delle ricette e dei presidi del territorio, ma anche la necessità di combattere l’impoverimento del terreno - che un bel gruppo di agricoltori  ha deciso di riportare sulle tavole il pipiddu, considerato uno dei prodotti tipici su cui investire.
Molti di questi contadini del Terzo millennio sono giovanissimi, eredi per scelta dell’azienda di famiglia, spesso “di ritorno” dopo un periodo passato lontani dalle Madonie.
È partita così una vera e propria catena: i contadini più anziani hanno messo a disposizione le sementi e un vivaista orticolo ha prodotto le prime piantine per conto dei produttori che le hanno messe a dimora nel terreno.
È stato anche impiantato un piccolo ma efficientissimo laboratorio – nato dal lavoro di tutti – per produrre trasformati di peperone, ma anche di altri prodotti locali: oltre ai peperoni sott’olio e alla salsa di peperone, anche la caponata e le conserve di fagioli.



  • STAGIONALITA'

Il Peperone di Polizzi   si raccoglie da luglio fino a novembre.

  • PRESIDIO

Un gruppo di agricoltori locali, molti dei quali giovanissimi e tutti quanti convinti dell’importanza delle risorse agricole del territorio, ha avviato un percorso per il recupero di questa peculiare varietà di peperone.

Area di produzione
Comune di Polizzi Generosa (provincia di Palermo)

Presidio sostenuto da
Comune di Polizzi Generosa

  • CONTATTI

Referente dei produttori del Presidio
Francesco Mangialino
Tel. 328 4841567
fra.mangialino@libero.it

Responsabile Slow Food del Presidio
Carmelo Giunta
Tel. 339 4457038
casalvecchiogeraci@libero.it


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