Attorno è tutto verde...
Di gradazioni diverse, ora più intenso, ora più tenero, ma è una vera immersione in un ambiente di una bellezza sconfinata!
Polizzi Generosa è proprio nel cuore più incontaminato delle Madonie, arroccata su un monte di 917 metri di altezza, di origine calcarea che domina le due ampie vallate dell'Imera, da un lato i monti e dall’altro (lontano) il mare: a nord ci si trova immersi in noccioleti, uliveti e frutteti, a sud è un’infinita distesa di pascoli.
E se siete fortunati, assisterete ad un particolare fenomeno atmosferico, che i polizzani chiamano "maretta", ovvero una sorta di panna montata, leggerissima, fatta di nubi basse e spumose che arrivano dal mare: l’effetto è molto particolare perché le guglie e i campanili sembrano essere sospesi tra cielo e terra.
Le cime più alte sono Pizzo Carbonara (1979 metri), Monte San Salvatore (1912 metri), Monte Ferro (1906 metri), le dolomitiche Serre della Quacella (1869 metri), poi si scende verso i prati d’alta quota, Piano Cervi e Monte dei Cervi; dove abitavano molti dei nivalora che fino ad un recente passato rifornivano di neve, durante l’estate, monasteri e nobili di questa parte di Sicilia (gli altri erano sull’Etna e sugli Erei); si va verso le faggete, aprendosi alla macchia mediterranea, mirti, olivastri, erica, ginestra.
Ma è tutto il Parco delle Madonie (istituito nel 1989) ad essere un museo della flora siciliana, visto che qui sono presenti oltre la metà delle 2.600 specie presenti nell’isola.
A partire dal famoso e ormai raro Abies Nebrodensis – lungo il sentiero che attraversa il Vallone Madonna degli Angeli a pochi chilometri dal paese di Polizzi, che si può raggiungere anche con la guida di escursionisti preparati -, poi le viole delle Madonie, l'astragalo, il Lino delle fate siciliane e numerosi esemplari coloratissimi di orchidee selvatiche endemiche del territorio.
Tante anche le varietà di funghi: il fungo di Ferula e l’amato (dagli chef), Basilisco.
Tra sentieri, cunette e pianori un tempo si muovevano cervi, daini e persino lupi e gufi reali, oggi sono rimasti martore, daini, volpi, istrici, lepri e conigli selvatici, oltre ai piccoli ricci.
Tra gli uccelli, gheppi, poiane, civette, aquile reali, falchi pellegrinimerli e picchi.
Tutto il territorio di Polizzi Generosa è comunque un vero eden, non sembra neanche – in alcune zone – di essere in Sicilia.
Si allevano bovini, caprini e ovini, si coltivano cereali, nocciole e olive, e il famosissimo fagiolo “badda” che ormai è un prodotto super ricercato, tra l’altro presidio Slow Food.
E se si vuole trovare un itinerario diverso – da percorrere a piedi, a cavallo o in mountain-bike -, si può dirigersi verso nord del centro abitato, andando per mulini: sono tanti, ovviamente vicini ai corsi d’acqua, alcuni risalgono addirittura al XII secolo, c’è anche la Valle dei Mulini, "Flomaria molendinorum".
Molti mulini hanno accanto delle torri di avvistamento, costruite come posti di guardia anche delle masserie e delle vie di comunicazione: vedi la Torre di Donna Laura del XV secolo - a guardia dell’antica strada che arrivava a Termini – che faceva parte dei possedimenti dei Gesuiti.
Di poco più tarda è la Torre Tonda in contrada Santa Venere che invece proteggeva le tenute agricole dei monaci dell’Ordine Gerosolimitano.